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Da oriente ad occidente – Le migliori tipologie di vini nel mondo

    Amanti del vino all’ascolto! Oggi ci mettiamo comodi, bicchiere alla mano, e partiamo per un viaggio che ci porterà da un capo all’altro del pianeta, scoprendo le tipologie di vini più affascinanti che l’umanità abbia mai creato. Da est a ovest, preparati a scoprire come il vino cambia faccia, carattere e anima a seconda di dove nasce. E no, non serve il passaporto, basta la curiosità! Immagina di iniziare il nostro tour là dove il sole sorge, in Oriente, e di spostarti piano piano verso l’Occidente, dove il tramonto tinge i vigneti di rosso. Ogni sorso sarà un’avventura, ogni regione un capitolo da gustare. Pronto? Versati un calice e via, si parte!

    Vino oriente: i segreti di un calice esotico

    Partiamo dall’Oriente, una terra che magari non ti viene subito in mente quando pensi al vino, ma che ha una storia da raccontare capace di lasciarti a bocca aperta. Qui, tra colline che sembrano dipinte e climi che oscillano tra caldo afoso e venticelli freschi, il vino è nato praticamente insieme alla civiltà. Pensa al Medio Oriente, dove tutto è iniziato: in zone come l’attuale Iran o l’Armenia, migliaia di anni fa, si pestavano uve che oggi chiameremmo vintage con la V maiuscola. Qui si coltivano varietà come la Saperavi, un’uva rossa che dà vini intensi, scuri come la notte, con note di frutti neri, spezie e una potenza che ti fa quasi sentire un re persiano. I vini più apprezzati da queste parti sono spesso rossi robusti, perfetti per accompagnare piatti ricchi e saporiti, con quel tocco di mistero che ti trasporta in un bazar pieno di profumi. Poi c’è la Georgia, che si vanta di essere il nonno della viticoltura mondiale. Qui si usa ancora fermentare il vino in anfore di terracotta, le famose kvevri, e il risultato è qualcosa di unico. Tra le uve regine c’è la Rkatsiteli, bianca e versatile, che tira fuori vini dorati o ambrati, i famosi orange wine, con sentori di albicocca secca, miele e una texture che ti avvolge come una coperta. I bianchi georgiani, soprattutto quelli “orange”, sono tra i più apprezzati per chi cerca qualcosa di diverso, con quel mix di freschezza e complessità che ti fa dire “Ma dove sei stato tutta la mia vita?”. E non dimentichiamo i rossi da uve come la Saperavi, che possono essere morbidi o strutturati, sempre con un carattere che urla tradizione. Spostandoci ancora più a est, verso Cina e Giappone, il vino orientale si fa ancora più intrigante. In Cina si gioca con uve come la Cabernet Gernischt, una sorta di parente alla lontana del Cabernet Sauvignon, che regala rossi succosi, con note di mora e un pizzico di dolcezza che ricorda la frutta candita. I vini rossi cinesi stanno diventando sempre più apprezzati per il loro equilibrio tra potenza e morbidezza. In Giappone, invece, la star è la Koshu, un’uva bianca che produce vini leggeri, quasi eterei, con profumi di pera e agrumi che ti fanno pensare a una passeggiata tra i ciliegi in fiore. I bianchi giapponesi sono tra i più amati da chi cerca eleganza e delicatezza, perfetti per un sorso contemplativo.

    Vino occidente: il fascino dei classici

    Eccoci in Occidente, dove il vino è praticamente una superstar: ha il suo fan club, i suoi red carpet e un sacco di hit da classifica. Qui la viticoltura è un’arte che si è raffinata nei secoli, e ogni zona ha il suo stile. Partiamo dalla Francia, che è un po’ la diva del vino. Qui la Cabernet Sauvignon e la Merlot dominano i rossi, soprattutto in regioni come Bordeaux, dando vini eleganti, con tannini setosi e profumi di cassis e violetta che ti fanno sognare un castello sulla Loira. Tra i più apprezzati ci sono i rossi strutturati, perfetti per invecchiare, ma anche i bianchi da uve Chardonnay, che possono essere burrosi e vanigliati o freschi e minerali, come quelli della Borgogna. E poi c’è la Sauvignon Blanc, che tira fuori bianchi croccanti, con note di pompelmo e erba appena tagliata, amatissimi da chi vuole un sorso che pizzica. L’Italia è un’esplosione di gusto, come una festa di paese dove tutti portano qualcosa. La Sangiovese è la regina dei rossi, con vini che profumano di ciliegia e terra bagnata, spesso intensi e perfetti per una tavolata rumorosa. I bianchi da uve come la Trebbiano o la Verdicchio sono freschi, con sentori di fiori e mela, e vanno giù che è una bellezza. Tra i più apprezzati ci sono i rossi corposi e i bianchi vivaci, ma anche i rosati, che mixano il meglio dei due mondi con un’allegria tutta italiana. In Spagna, la Tempranillo la fa da padrona nei rossi, regalando vini caldi, con note di prugna e cuoio, mentre la Albariño dà bianchi salati e agrumati che sanno di mare. I rossi spagnoli, spesso affinati in legno, sono tra i più amati per il loro carattere deciso. Poi c’è il Portogallo, con uve come la Touriga Nacional che producono rossi intensi e vini fortificati dolci, con sentori di frutta secca e spezie, perfetti per un dopo cena davanti al camino. Volando nelle Americhe, negli Stati Uniti la Zinfandel tira fuori rossi potenti, quasi marmellatosi, con note di lampone e pepe, mentre la Chardonnay regala bianchi cremosi che sono un classico. In Argentina, la Malbec è la star, con rossi succosi e vellutati che profumano di mora, mentre in Cile la Carmenère dà vini speziati e terrosi. I rossi sudamericani sono tra i più apprezzati per il loro rapporto tra gusto e personalità.

    E così, il nostro viaggio da Oriente a Occidente si chiude, con la testa piena di sapori e storie. Dal vino orientale, con le sue uve antiche e i suoi metodi da favola, al vino occidentale, che mixa tradizione e audacia, abbiamo visto che il vino è un linguaggio universale.